La storia della danza è la meno esplorata delle storia. Gli ebrei danzarono dopo il passaggio del Mar Rosso, Socrate apprese a danzare in tarda età, i soldati spartani andavano all’assalto ritmando passi di danza su battito degli scudi. La danza dunque non era un divertimento; faceva parte della cerimonie religiose ed aveva carattere militare e guerresco. In Grecia la danza fu essenzialmente espressione di bellezza, di forza e di armonia fisica soprattutto in funzione morale ed educativa. La danza ha origine sin dal Rinascimento e nel Medioevo aveva diverse interpretazioni ovvero Danza Sacra, Danza Religiosa; danza di corte o aulica, danza D’isteria religiosa e infine danza di carattere letterario. Gli ultimi decenni del medioevo videro le prime coreografie destinate a trionfare nelle grandi feste rinascimentali. La scelta del soggetto ricadeva sempre su una favola o su una storia antica. Molto presto si videro alle corti principesche balletto allegorici che sfoggiavano un lusso straordinario nei costumi. Sul finire del Medioevo, e ancor di più nel 1400, la danza prende un suo posto definitivo e preciso fra le arti grazie al “trattato di Domenico da Ferrara” in cui si fa una netta distinzione tra danza popolare e danza aulica sostenendo una vera e propria nomenclatura di passi divenendo così il primo teorico e maestri di danza del ‘400, aprendo la strada alla grande stagione della danza di corte. Seguito da Guglielmo Ebreo che nel suo trattato elenca 6 regole fondamentali cioè: misura, maniera, memoria, gestione dello spazio, Aire e movimento corporeo.
Nel 1581 abbiamo il primo esempio di balletto teatrale a corte “ Balet Comique de la Royne” svoltosi a Parigi alla corte di Caterina de’ Medici. Successivamente nel 1600 con “l’opéra ballet” dove la danza si articolava in un ouverture che esponeva il tema nelle emtées, pezzi destinati agli assoli dei danzatori, e in un gran balletto finale con tutti i ballerini. Così la danza di corte andava sviluppandosi gradatamente per conoscere il suo apogeo sotto Luigi XIV che nel 1661 fondò l’ Académie Royale de Danse oggi L’Opèra di parigi. Primo direttore è charles Louis Beauchamps, ballerino, coreografo, maestro fra i più importanti nella storia del balletto e per aver codificato e perfezionato le cinque posizioni, l’en dehors da 45° si spingerà ad un angolo di 90°, si comincia a delineare un vero e proprio professionismo coreutico.
Nel 1830 nasce il balletto romantico. Si danzava il valzer con Strauss. La danza classica prese un carattere romantico e si ricorre all’artificio della “punta” come perfezionamento dell’elevazione del corpo e dello spirito. L’applicazione coreografica di questa essenza romantica la si avrà con il balletto “La Sylphide” e con il 1832 si segnerà la puntualizzazione del balletto romantico legato ad una grande danzatrice MARIA TAGLIONI.
“Giselle” è il balletto romantico per eccellenza. I suoi creatori furono Jean Coralli e Jules Perrot. La sua prima rappresentazione si svolse all’ Operà di Parigi il 28 giugno 1841 con danzatori quali Carlotta Grisi, Lucien Petipa e Adéle Dumilatre.
Con “ Il Lago dei Cigni” arriviamo al tardo romanticismo. Dopo il 1850 il balletto romantico declina in Europa e la scuola italiana e francese si trasferiscono in Russia. La nascita del balletto russo coincide con la fondazione dell’Accademia di danza presso il Teatro Marinski di Pietroburgo (1738). Balletti del tardo romanticismo sono anche “La bella addormentata” (capolavoro di Marius Petipa )e “ Lo Schiaccianoci” con musiche di Ciaikovsky. Pur mancando in Italia coreografi e creatori o interpreti – danzatori assistiamo all’espressione artistica e tecnica di un grande maestro: Enrico Cecchetti il quale trasmise un metodo didattico che il suo maestro Lepri, attraverso Blasis, gli aveva fatto apprendere. I russi, francesi , americani sono stati molto influenzati e formati dal suo metodo che cerca di sviluppare le abilità essenziali nei ballerini così come la forza e l’elasticità.
Tornando a parlare del balletto russo,invece, Agrippina Yakovlevna Vaganova è stata la maestra di coreografia, ha insegnato danza classica presso la scuola statale di San Pietroburgo che oggi porta il nome di Accademia Vaganova. Il metodo Vaganova è un vero e proprio connubio di entrambe le scuole: la tecnica eccezionale, di base quella italiana Cecchetti, viene unita all’armonia e alla morbidezza delle linee dei movimenti francesi delle braccia. Il risultato fu sorprendente e il metodo venne ufficialmente riconosciuto ed esportato in tutto il mondo.